78 – Madonna con Bambino in trono e Santi; detto Madonna di Costantinopoli

  Titolo:  Madonna con Bambino in trono e Santi; detto Madonna di Costantinopoli
Anno: 1656
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni:   286,5×196
Città: Napoli
Collocazione:  Musei e Gallerie di Capodimonte
Tra i rari dipinti firmati e datati dal maestro, è anche uno dei pochi per i quali i ritrovamenti documentari hanno confermato a pieno i termini della narrazione del De Dominici (p. 348). La tela fu commissionata da Gian Tommaso e Marino Schipani – cugini di Preti per parte materna, e appartenenti ad una delle quattordici famiglie nobiliari di Taverna – come ringraziamento per essere scampati alla peste del ’56. Il 19 gennaio 1657 viene stipulato uno specifico accordo tra gli Schipani e i padri agostiniani della chiesa di Santa Maria della Verità, detta anche Sant’Agostino degli Scalzi, per la collocazione del dipinto nella chiesa, in una cappella ancora priva di un patronato nobiliare o, qualora tutte le cappelle fossero state acquisite da altrettante famiglie, nella parete del coro della chiesa stessa (Spike 1998).
[…]  La Madonna di Costantinopoli è rimasta nella chiesa, nella cappella di fronte a quella degli Schipani, come attestano le varie guide antiche di Napoli, fino al trasferimento recente, avvenuto per motivi di sicurezza, a seguito del terremoto del 1980, nel Museo di Capodimonte.
La valenza di ex-voto del dipinto motiva la scelta iconografica dei Santi raffigurati – san Gennaro, san Rocco, san Giuseppe, san Nicasio e santa Rosalia – senza legami eponimi con i committenti, ma tutti legati o specificamente alla peste o protettori della città. […] A Napoli il culto di questa immagine è ricorrente nei momenti di pericolo, in associazione con quello dei Santi protettori; lo stesso contratto relativo alla collocazione del dipinto nella chiesa sottolinea, d’altra parte, la funzione di stimolo nei confronti della devozione ai santi raffigurati, nonché al culto salvifico della Vergine.
Preti amplia ulteriormente i termini iconografìci, combinando insieme il riferimento classico alla ‘sacra conversazione’ con quello abitualmente utilizzato per le nozze mistiche, qui invece usato per la raffigurazione della incoronazione di santa Rosalia; […] Particolarmente studiato è il disporsi dei quattro santi attorno al nucleo centrale della Madonna col Bambino e santa Rosalia, in un gioco di rimandi reciproci con pose contrapposte, finalizzato a creare una dimensione di spazio e movimento per ciascuna figura in se stessa, più che per l’insieme complessivo della composizione, e coinvolgendo dunque direttamente lo spettatore in maniera alternata da destra a sinistra della tela. Un vistoso pentimento, che il pittore non si è curato di dissimulare, è visibile all’altezza del piede del san Rocco.
Mariella Utili – Mattia Preti tra Roma, Napoli e Malta – Electa Napoli, 1999