286 – La parola del Battista

  Titolo:   La parola del Battista
Anno: 
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni: 103×76
Città:  Cosenza
Collocazione:   Galleria Nazionale Palazzo Arnone
Il dipinto raffigurante La parola del Battista fu pubblicato per la prima volta nel 1995 (Mattia Preti. Dal segno al colore, a cura di E. Corace 1995, p. 122). L’iconografia è a prima vista tradizionale, ma ad una osservazione più attenta si rivela la raffinata pregnanza con cui il pittore reinterpreta la Predicazione di san Giovanni Battista nel deserto, evidenziando l’ispirazione divina con rara maestria. Infatti, il Santo è rappresentato a mezza figura, avvolto nell’ampio mantello che gli lascia scoperta la spalla, illuminato da una luce cruda che fa risaltare la persona sullo sfondo del cielo coperto di nubi, verso il quale è rivolto l’indice della mano sinistra, segno di ammonimento per gli uomini.
L’opera è collocabile nel periodo maturo dell’attività dell’artista, nel pieno del periodo maltese, forse intorno al 1670, cioè subito dopo la decorazione della cattedrale di San Giovanni a La Valletta con le Storie del Battista (1661-1666). Gli anni Sessanta rappresentano infatti per il Preti un periodo di intenso e sofferto intimismo, in cui la tessitura cromatica del pittore si fa limpida e netta, e il retaggio della tradizione classicista napoletana riemerge nella trama caravaggesca, alla quale egli si attiene per tutta la vita. Nel Museum of Fine Arts a La Valletta (inv. 313-14, mm 116 x 90) è conservato un disegno a sanguigna, raffigurante una Testa ispirata (Corace 1995, p. 126) considerato studio preparatorio per la testa di Cristo nella scena del Battesimo di Cristo dipinta nella Cattedrale, che è strettamente collegabile al nostro quadro, sia per il tipo fisico del Santo, sottile e nobilissimo, sia per l’impostazione grafica. Un ulteriore confronto può essere fatto con un’altra sanguigna, conservata al British Museum di Londra (inv. PP. 490, mm 399 x 232), che rappresenta un san Giovanni a figura intera, in cui possiamo ritrovare un seppur debole riscontro nel mantello e nel bastone a forma di croce (Corace 1995, p. 123).
F.S.
Mattia Preti, Il Cavalier Calabrese – Electa Napoli, 1999