76 – Bozzetti degli affreschi per le sette porte di Napoli

 

Titolo:  Bozzetti degli affreschi per le sette porte di Napoli
Anno: 1656
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni:   127×75
Città: Napoli
Collocazione:  Musei e Gallerie di Capodimonte
Queste due tele [vedi anche la scheda n.77] sono state per lungo tempo  l’unica testimonianza superstite di una delle  più importanti e documentate commissioni  ricevute da Preti a Napoli: gli affreschi votivi  sulle sette porte cittadine, voluti dagli Eletti  della città in occasione della terribile pestilenza del 1656. Il recupero dell’affresco collocato sulla Porta San Gennaro, attraverso l’intervento di restauro condotto nel corso del 1997, aggiunge un ulteriore tassello alla conoscenza della produzione pretiana negli anni napoletani, ancor più rilevante in quanto unica prova a fresco rimasta.
[…] Dopo una serie di delibere emanate nei mesi in cui la violenza devastante del morbo era al suo apice, il 27 novembre 1656, quando la situazione andava ormai migliorando, gli Eletti di Napoli affidano a Mattia Preti, «persona molto perita et esperta nella professione della pittura», l’incarico di dipingere «sopra le porte di questa fidelissima città, l’immagine della sua Purissima et Immacolata Concettione con altri Santi Protettori», già indicati in precedenza nei santi Gennaro, Francesco Saverio e Rosalia, individuati per il loro legame specifico con la città o con la peste. Il compenso per il pittore veniva fissato in 1500 ducati e «una libra di oltremarino» ed erano richiesti «disegni in cartoni» da sottoporre alla approvazione degli Eletti, dal momento che era stato stabilito un preciso schema iconografico cui attenersi. Questi bozzetti furono, probabilmente, ciò che il pittore concepì per ottenere l’assenso a metter mano al lavoro vero e proprio, dal momento che i disegni ricollegabili all’impresa non forniscono un’idea complessiva della composizione.
[…] Durante i lavori, una accesa controversia divide i due ordini religiosi più importanti della città – gesuiti e teatini – proprio a causa della mancata inclusione del santo patrono di questi ultimi, san Gaetano Thiene, nella rappresentazione sopra le porte cittadine. Nonostante gli Eletti avessero nel giugno ’57 deliberato in favore della aggiunta iconografica per placare un contrasto che aveva, in realtà, portata ben più ampia, Preti non dipinse mai l’effige di san Gaetano, chissà se a causa degli antichi contrasti con l’Ordine dai tempi dell’incarico di Sant’Andrea della Valle, all’epoca non ancora risolti. Venne deciso pertanto di far erigere una statua del Santo sul fronte interno di ciascuna porta.
Mariella Utili – Mattia Preti tra Roma, Napoli e Malta – Electa Napoli, 1999