421 – Cena in casa di Simone il fariseo

  Titolo: Cena in casa di Simone il fariseo
Anno:   1676 circa
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni:  180×220
Città:  Napoli
Collocazione: Chiesa di San Domenico Maggiore
I due banchetti rappresentati in questa coppia di dipinti [Schede n. 420 e n. 421], hanno diverse connotazioni teologiche, anche se ognuna delle storie è presaga della passione di Cristo. Ospite alle nozze di Cana (Giovanni 2:1-10), Cristo è pregato da Sua madre, che gli è seduta vicino, di trasformare l’acqua in vino. Questo lieto evento era il Suo primo miracolo in pubblico. In seguito, dopo aver iniziato il Suo ministero, Cristo è invitato da un fariseo a mangiare alla sua tavola. Una peccatrice della città, che la tradizione identifica con la Maddalena, porta un vaso di unguento, lava i Suoi piedi con le proprie lacrime e li unge (Luca 7:36-50). Questo gesto è un presagio della morte e deposizione di Cristo nella tomba.
I due dipinti, eseguiti come coppia di banchetti nello stile di Paolo veronese, hanno attirato scarso interesse dagli studiosi, sicuramente a causa del loro aspetto annerito e la posizione inaccessibile a diversi metri dal suolo, appoggiati con indifferenza sui cornicioni di due loculi. Con tutta probabilità i dipinti furono donati alla chiesa da una collezione privata, forse non molti anni prima del 1856, quando per la prima volta sono segnalati come presenti nella cappella.
Esistono due antichi riferimenti napoletani a dipinti accoppiati di questi banchetti, e non si può stabilire se tali documenti si riferiscano a due o quattro dipinti attribuiti a Preti. Poichè le opere in questione sembrano appartenere ad una fase tarda della carriera di Preti, dopo il 1676, il documento datato 1676 può in effetti essere precedente. Il riferimento a opera nella collezione di Fabrizio Ruffo, principe di Bagnara, è degno di nota poichè la famiglia Ruffo era fra i principali benefattori di questa chiesa.
John T. Spike
Mattia Preti: Catalogo ragionato dei dipinti – Firenze, 1999