287 – Negazione di Pietro

  Titolo:   Negazione di Pietro
Anno: 
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni: 112×100  (J. T. Spike 88×125)
Città:  Cosenza
Collocazione:   Galleria Nazionale Palazzo Arnone
La negazione di Pietro è senz’altro un’opera di Mattia Preti.
Molto interessante è il problema della cronologia. Si potrebbe proporre un accostamento tipo logico alle giovanili Incredulità di san Tommaso in Palazzo Rosso di Genova o alla Giuditta presenta la testa di Oloferne, presso il Museo Ringling di Sarasota. La Negazione di Pietro è tuttavia più tarda e va collocata negli anni Sessanta del Seicento, accanto all’altro capolavoro raffigurante La separazione dei santi Pietro e Paolo sulla via del martirio, nella chiesa dei gesuiti a La Valletta. La tela rientra nel contesto della prima produzione realizzata dal Preti nell’isola di Malta. In essa, infatti, l’artista sembra consolidare in termini chiaroscurali l’esperienza della decorazione parietale ad olio su muro eseguita in San Giovanni a La Valletta. Nondimeno la somatica di Pietro trova riscontro in altre che il Preti aveva sperimentato sia nei dipinti romani che, soprattutto, in quelli della precedente fase napoletana. In tal senso si vedano dettagli di quadri come la Madonna di Costantinopoli in Sant’Agostino degli Scalzi a Napoli (la figura in alto a sinistra), il Ritorno del figliol prodigo del Palazzo Reale di Napoli, la Crocifissione di san Pietro al Berber Art Institute di Birmingham (i soldati dal volto ombreggiato dall’elmo), il Martirio di san Paolo al Museum of Fine Arts di Houston, nonché, pure pertinente al primo periodo maltese, le Nozze di Cana della National Gallery di Londra.
Precisi riferimenti alla figura femminile si possono trovare, invece, in una tela raffigurante Cristo e la Cananea, nella collezione della Cassa di Risparmio di Cosenza, dove la Cananea mostra la stessa impostazione del corpo e delle mani, e nella Guarigione di Tobia, in collezione privata a New York, in cui ritroviamo il medesimo disegno della mano sinistra della donna. La dolorosa concentrazione sulla maestà dell’evento caratterizza il quadro del Preti, che si può annoverare tra le più belle riscoperte di opere del maestro effettuate negli ultimi anni.
G.C.
Mattia Preti, Il Cavalier Calabrese – Electa Napoli, 1999